Imbarcazione per la pesca in Guatemala

martedì 22 maggio 2012

Pescare nella letteratura

Come riportato dal sito http://www.museodellapesca.ch, ci sono moltissime opere letterarie legate al mondo del pescare; chi volesse, può visionare l'elenco completo cliccando QUI: Elenco completo.
Io analizzerò in questo post le opere a mio parere ritenute più significative:

Qui sotto è riportato un frammento della poesia "I pescatori" del poeta siracusano Teocrito; qui viene esaltato principalmente il lavoro, che la povertà fa contrapporre all'ozio spensierato: sono presi d'esempio due vecchi pescatori, che faticano ogni giorno e ogni notte per poter vivere; infatti le preoccupazioni sono tali da farli dormire solo qualche ora, prima di tornare a lavorare il prima possibile. La ricchezza dei pescatori, sottolinea Teocrito, consiste nei loro strumenti di lavoro, accuratamente elencati.



Solo la povertà risveglia le arti,
Diofanto, è una maestra di fatica
e le preoccupazioni non consentono
all'uomo che lavora di dormire.
Se qualcuno di notte per un poco
si assopisce, i pensieri che lo assillano
gli disturbano il sonno all'improvviso.
Giacevano due vecchi pescatori
insieme, stesi sotto la capanna
intrecciata di frasche, sopra un letto
di musco secco, contro una parete
coperta di fogliame. Accanto a loro
giacevano gli arnesi di lavoro:
i canestri, le canne, gli ami, l'esca
coperta d'alghe e lenze e nasse e trappole
fatte di giunchi e cordicelle e remi
ed una vecchia barca sui sostegni.
Un piccolo canestro per cuscino,
i vestiti e i berretti. Tutti qui
erano i mezzi e questa la ricchezza
dei pescatori, senza chiave o porta
e senza cane: tutte queste cose
per loro risultavano superflue,
la guardia la faceva la miseria,
e non c'era lì accanto alcun vicino,
ma proprio presso la capanna il mare
su una striscia di terra rifluiva.
Non era ancora giunto a metà corso
il carro di Selene e i pescatori,
per il loro lavoro, si svegliavano
e allontanando il sonno dalle palpebre
davano voce ai loro sentimenti.
 [...]



Segue una poesia di Goethe, intitolata "Il pescatore", racconta dell'incontro di un pescatore con una bellissima ninfa delle acque: dopo anni di duro lavoro, si lascia tentare dalla semi-divinità e decide di ritirarsi e andare a vivere nelle acque
L'acqua mormorava, l'acqua si gonfiava,
Un pescatore sedeva lì vicino,
Con calma guardava l'amo,
Freddo fino in fondo al cuore.
E mentre sedeva e mentre ascoltava,
Il flusso si gonfiò e si divise;
Dall'acqua turbolenta
Si levò una ninfa d'acqua.

Ella cantò a lui, ella parlò a lui:
Perchè alletti la mia prole
Con ingegno umano e astuzia
Su nel calore della morte ?
Ah, se tu sapessi come è contento
Il pesciolino negli abissi,
Scenderesti quaggiù, così come sei,
E finalmente saresti sano.

Il caro sole e la luna
Non si rinfrescano nel mare ?
I loro volti non emergono doppiamente belli
Dall'alito dei flutti ?
Non ti attrae il cielo profondo
L'umido azzurro trasfigurato ?
Non ti attrae il tuo stesso volto ?
Nell'eterna rugiada ? "

L'acqua mormorava, l'acqua si gonfiava,
Inumidendogli il piede nudo;
Il suo cuore si gonfiava per la brama,
Come se la sua amata lo avesse salutato.
Ella parlò a lui, ella cantò a lui;
Allora egli fu finito:
Ella quasi lo trascinò, egli quasi s'inabissò
E non fu mai più visto 



Sono stati scritti anche moltissimi libri sull'attività della pesca: uno importante, in cui vengono principalmente esposte le tecniche, ma anche la storia e il commercio, si intitola "La pesca del tonno in Sicilia", di Consolo Vincenzo.
Invece "Il pescatore e la sua anima" di Oscar Wilde si concentra sugli aspetti psicologici e sul destino di un pescatore, il quale riusciva a pescare solo se il vento spirava verso la spiaggia: tutte le tecniche e l'abilità di un pescatore di riuscire a raccogliere i pesci anche se non ha il vento a favore non vengono totalmente considerate da Wilde, convinto che il pescatore, e in generale gli uomini, siano in balia del destino.

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